VERSO NUOVI POSSIBILI

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MARTA LONGA X VIRGINIA VALLE

Marta Longa (Erba, 1995) si è laureata in Scultura all’Accademia di Belle arti di Brera, dove ora sta conseguendo il biennio specialistico.

Il suo lavoro è caratterizzato perlopiù dall’impiego di materiali solidi e naturali come la pietra e il marmo, ma non solo. Le sue opere, ricche di rimandi ai temi della filosofia, indagano la società contemporanea e il ruolo che l’individuo vi ricopre. D’altronde, come la stessa artista ci ricorda: “l’arte è lo specchio dell’apoteosi della centralità dell’uomo che si eleva come Dio e nuovo creatore“.

Virginia Valle: Al 2018 risalgono Genesi 2.0, Orione e Perle. Tre opere che indagano la nostra contemporaneità caratterizzata dalla morte di Dio e dalla perdita dei valori. Come ti sei avvicinata a questi temi e qual è, secondo te, il ruolo che gioca l’arte in questo tempo?

Marta Longa: Nutro una grande passione per la filosofia e penso che sia stata proprio questa a spingermi in quel modus operandi di continua indagine e analisi di ciò che ci sta intorno, ogni volta che qualcosa mi colpiva finiva per essere messo sotto al microscopio nei miei lavori. Avvicinarsi al tema della morte di Dio non è stato facile perché significava realizzare che tutto ciò che ci è sempre stato chiaro oggi può essere ribaltato con estrema semplicità. Solo dopo ho capito cosa significava tutto ciò: essere dotati di una grande capacità costruttiva e ri-costruttiva che riesce a sovvertire ogni volta la situazione. Penso che l’arte ne sia una prova perché è per me una via, ma anche uno scenario e un oggetto del possibile di tale potere creativo, mi colpisce sempre questa sua capacità di darci nuovi occhi e nuovi sguardi sulle cose.

Genesi 2.0, 2018 Pietre di fiume, granito nero, olio, acqua 80 x 80 x 15 cm - Marta Longa - courtesy of the arist
Genesi 2.0, 2018 Pietre di fiume, granito nero, olio, acqua 80 x 80 x 15 cm – courtesy of the arist
Orione, 2018 Pietre, proiettili, bossoli 200 x 100 cm - Marta Longa - courtesy of the artist
Orione, 2018 Pietre, proiettili, bossoli 200 x 100 cm – courtesy of the artist
Orione (dettaglio) - Marta Longa - couretsy of the artist
Orione (dettaglio) – coursety of the artist

V.V.: Nel 2019, invece, con Uno, forse nessuno e Orizzonte degli eventi, il tuo interesse si è spostato sui temi dell’identità e della dicotomia individuo-collettività che caratterizza la società contemporanea. Puoi parlarci di queste opere e dell’approccio che hai utilizzato nell’affrontare queste tematiche?

M.L.: Penso sia stato nel momento in cui ho realizzato Orizzonte degli eventi che l’Altro è iniziato a comparire nei miei lavori, forse ne sentivo davvero il bisogno di vederlo anche lì. Ho notato che piano piano la mia ricerca passava dal generale, al collettivo, all’altro, all’io, come se stessi passando tra cerchi concentrici di una medesima cosa, come se stessi aprendo una matriosca insomma. Uno forse nessuno ha rappresentato la vera apertura di quella matriosca perché per la prima volta ho cambiato totalmente mezzi espressivi approcciandomi al video e all’installazione sonora. Un giorno, mentre ero in metropolitana mi accorsi davvero di quanto la tecnologia – a cui non ho mai prestato tanta attenzione soprattutto per i miei lavori – fosse qualcosa che ci può tenere in compagnia. Mi resi conto che in quel continuo via vai di persone totalmente ammutolite dal frastuono che produceva la vecchia metro gialla, noi tutti eravamo lì, divisi ma insieme in un continuo scambio di sguardi ciechi, di scambi muti tra me e te. Proprio per questa polarità di spazi è ciò che mi ha interessato, quel punto di contatto tra dentro e fuori. 

UNO, FORSE NESSUNO, 2019, still da video Museo astronomico di Brera (MI) video di documentazione - Marta Longa - courtesy of the artist
UNO, FORSE NESSUNO, 2019, still da video Museo astronomico di Brera (MI) video di documentazione – courtesy of the artist
UNO, FORSE NESSUNO, 2019, still da video Museo astronomico di Brera (MI) video di documentazione - Marta Longa - courtesy of the artist
UNO, FORSE NESSUNO, 2019, still da video Museo astronomico di Brera (MI) video di documentazione – courtesy of the artist
Orizzonte, Polistirolo, grassello di calce, cera, gomma lacca 150 x 50 x 50 cm - Marta Longa - courtesy of the artist
Orizzonte, Polistirolo, grassello di calce, cera, gomma lacca 150 x 50 x 50 cm – courtesy of the artist

V.V.: Nello stesso anno hai partecipato anche alla mostra Ecoismi: dell’acqua, della luce e del caso curata da Grazia Varisco e Ylbert Durishit, con l’opera Panta rei os potamos. Ci racconteresti qualcosa di questa esperienza?

M.L.: Avevo già lavorato con l’arte pubblica in precedenza ma in occasione di Ecoismi è stato diverso perché a seguito di una progettazione specifica per il luogo durata diversi mesi, mi sono trovata a lavorare per la prima volta non più nel mio studio ma direttamente e totalmente nel parco dell’isola per diversi giorni. È stata una bellissima esperienza di cui mi sono sentita parte attiva e produttiva, sempre supportata sia dai miei colleghi che dai curatori. Mi è piaciuta molto anche la concomitanza della masterclass di danza che lavorava in parallelo sui lavori presentati da noi artisti, sono riusciti a dare movimento e nuova forma all’essenza dei nostri lavori.

Pantarei os potamos, 2019 Cemento, pigmento metallico, gommalacca, smalto, acqua 400 x 150 x 15 cm Esposizione artistica "Ecoismi" - Parco Isola Borromeo, Cassano d'Adda (MI) - Marta Longa - courtesy of the artisy
Pantarei os potamos, 2019 Cemento, pigmento metallico, gommalacca, smalto, acqua 400 x 150 x 15 cm Esposizione artistica “Ecoismi” – Parco Isola Borromeo, Cassano d’Adda (MI) – courtesy of the artisy
Pantarei os potamos (dettaglio) - Marta Longa - courtesy of the artist
Pantarei os potamos (dettaglio) – courtesy of the artist

V.V.: A partire dal 2019 il tuo approccio alla scultura sembra essersi alleggerito. Hai iniziato ad adottare linguaggi artistici più improntati a una maggiore astrazione e smaterializzazione dei materiali. Un’attitudine che mi sembra tu stia mantenendo anche nei tuoi ultimissimi lavori: Tienimi e Sbocciare, entrambi del 2020. È così?

M.L.: Si, già verso l’estate del 2019 ho iniziato a capire che qualcosa si stava spostando così ho iniziato a sperimentare indagando più a fondo il materiale che per me è il più caro, ossia la pietra. Continuavo a riflettere sul possibile e sulla presenza ed è stato durante il periodo di lockdown che le mie ragioni si sono intensificate. Forse sono diventata più romantica.

Avevo iniziato a collezionare queste polveri e sono diventate per me emblema qualcosa di aperto ma fragile ed etereo, qualcosa di “possibile” che continua a sopravvivere carico della storia che si porta dietro.

Tienimi, 2020 Polvere mista (marmo e resina) 70 x 70 x 0,5 cm - Marta Longa - couresty of the artist
Tienimi, 2020 Polvere mista (marmo e resina) 70 x 70 x 0,5 cm – couresty of the artist
Tienimi (dettaglio) - Marta Longa
Tienimi (dettaglio)
Sbocciare, 2020 Vetro, acqua, polvere di marmo 10 x 10 x 15 cm - Marta Longa - courtesy of the artist
Sbocciare, 2020 Vetro, acqua, polvere di marmo 10 x 10 x 15 cm – courtesy of the artist

V.V.: Qualche settimana fa hai partecipato alla mostra Tra luce e materia presso lo studio Aether&Hemera per l’iniziativa Walk-in studio. In quest’occasione hai presentato un tuo nuovo lavoro: Io abito. Ce ne puoi parlare?

M.L.: Io abito è un lavoro nato per il Walk-in studio ma lo avevo in testa da diversi anni in quanto affonda in vecchi lavori di circa sei anni fa. Faccio costantemente questo disegno a motivo triangolare, è quasi lo scarabocchio che si fa mentre si è al telefono, io lo faccio per occupare il tempo come se fosse proprio una trappola per il tempo. Questo lavoro è nato così da una domanda sul tempo e sullo spazio, come questi sono correlati alla mia presenza. Ho costruito un telaio su cui ho intrecciato quasi 500 metri di filo di nylon, rappresenta per me uno spazio potenziale d’azione e di movimento, è un impegnarmi ad esserci ma detto sottovoce perché la trama del lavoro si materializzava nello studio solo nel momento in cui veniva colpita dalla luce delle installazioni di Aether & Hemera. 

io abito, legno, nylon 80 x 100 x 2 cm - Marta Longa - courtesy of the artist
io abito, legno, nylon 80 x 100 x 2 cm – courtesy of the artist

V.V.: Vorrei concludere l’intervista con una domanda ormai diventata di rito: puoi anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi lavori o su eventuali progetti futuri?

Ultimamente sto cercando di sviscerare tutto quel materiale che ho prodotto durante la quarantena, sto mettendo ordine a diverse idee e bozze di progetti legati soprattutto alla presenza/assenza dettata da quel periodo, a una possibile memoria come archivio allo stato solido. Ho molto su cui sperimentare e lavorare ancora, ho un po’ di cose che avevo inscatolato e ora è il tempo di aprirle.