CRIPTA747: NARRAZIONI FLUIDE LONTANE DA ETICHETTE E MAINSTREAM

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CRIPTA747 X CLUB FUTURO

Club Futuro incontra Elisa Troiano e Alexandro Tripodi di Cripta 747, realtà che da più di dieci anni esplora il dialogo sinergico tra musica, arte contemporanea e spazio, costruendo processi partecipativi ed espressivi in continua evoluzione.

IVVVO @ Club Tucano #11, Cripta747, Torino, 2013 - courtesy Cripta747
IVVVO @ Club Tucano #11, Cripta747, Torino, 2013 – courtesy Cripta747
Howie Lee Live Set, SuperSento feat. Cripta747, Cripta747, Torino, 2018 (video: Paynomindtous) - courtesy Cripta747
Howie Lee Live Set, SuperSento feat. Cripta747, Cripta747, Torino, 2018 (video: Paynomindtous) – courtesy Cripta747

Club Futuro: Cos’è Cripta747 e come siete arrivati fin qui?


Cripta747: Cripta747 nasce nel 2008 a Porta Palazzo, nei sotterranei della Galleria Umberto I. Nei primi anni di attività abbiamo cercato di mettere in campo tutte le nostre forze e conoscenze per portare a Torino quello che sentivamo mancasse.
Sono nati così i primi progetti espositivi, nei quali il processo creativo e l’autorialità erano costantemente messi in discussione. Si alternavano artisti italiani e stranieri, mostre personali e alcuni progetti collettivi e gettavamo le basi per la creazione di una rete di spazi e persone con cui condividere attitudini, visioni e pratiche. La programmazione si distingueva anche per una vivace offerta musicale che spaziava dai concerti sperimentali ai dj set, fino a delle vere e proprie feste.
Da allora il progetto ha cambiato casa e forma più volte adattandosi al contesto – economico e culturale – che ci circondava. Nel 2013, dopo aver perso lo spazio di Porta Palazzo, la Galleria Franco Noero ci ha ospitato in residenza nel basement della sede di Via Mottalciata, mentre nel 2015, su incarico della Città di Torino, abbiamo curato ALT, una mostra collettiva all’interno del Circolo Sottufficiali della Ex Caserma Ettore De Sonnaz. Infine nel 2016 Cripta747 si è spostata in Barriera di Milano, in un percorso inverso che ci ha visto muovere dal centro della città verso la periferia.
L’attuale sede si trova all’interno di un distretto culturale e produttivo; qui condividiamo il cortile con alcune imprese artigiane tra cui fabbri, falegnami, carrozzieri, mosaicisti, tipografi e scenografi con i quali abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione e che consentono agli artisti accesso ai loro laboratori, garantendo supporto tecnico e professionale.
La connotazione produttiva dell’area e la conformazione dello spazio ci hanno spinto a modificare i formati del nostro progetto, dando vita a due nuovi programmi di mobilità internazionale, attraverso i quali sosteniamo la ricerca e la produzione artistica. Sono nati così, Residency Programme, un programma che prevede l’assegnazione di borse di studio dedicate alla ricerca, e Studio Programme, un progetto di studi condivisi che supporta le nuove produzioni artistiche sul territorio.

C.F.: Arte contemporanea e clubbing: un’opportunità di contaminazione e contatto molto forte, com’è stata nella vostra esperienza di Cripta747?


C747: Nel definire la programmazione culturale di Cripta747 abbiamo sempre cercato di mantenerci il più possibile aperti, lontani dalle etichette, e di non avere preferenze per un particolare linguaggio espressivo, ma di incoraggiare l’utilizzo di pratiche fluide con un’attenzione verso quelle ricerche artistiche che abbracciano più campi del sapere. Crediamo fortemente che questo sia uno dei modi più efficaci per leggere e restituire il presente e la complessa realtà nella quale viviamo.
Per un progetto come Cripta747, la musica e le serate sono state fondamentali fin dall’inizio, ci hanno aiutato nella creazione di una comunità e di un nuovo pubblico in grado di sostenere – anche economicamente – il nostro lavoro.
Lo spazio fisico e architettonico è un tassello fondamentale per la sperimentazione e per noi è stato uno degli elementi con cui giocare, stratificando i livelli (architettura, opere, persone e atmosfera) per creare un luogo protetto dove potersi esprimere nel modo più libero possibile. Le serate erano spesso curate al pari di una mostra e, in alcuni casi, le opere esposte entravano a far parte dei set per i musicisti. Altre volte lo spazio era pensato e ridisegnato per trasformarsi in una sorta di club, sempre diverso a seconda della proposta musicale da presentare.
Per esempio, quando abbiamo ospitato il live di Aquarius Omega, ispirandoci al film Gli extraterrestri torneranno (Erinnerungen an die zukunft, Germania, 1970) di Harald Reinl, abbiamo tappezzato tutto lo spazio con della carta stagnola e, con l’aiuto di smoke machines, della giusta illuminazione e un po’ di immaginazione, il pubblico poteva assistere al live avendo l’illusione di trovarsi all’interno di una navicella spaziale appena atterrata sul nostro pianeta.
Oppure, ragionando sul paesaggio e sulle sottoculture urbane, abbiamo collaborato con un club di car tuning e usato le loro automobili come display e soundsystem del party. Il progetto, presentato per la prima volta a Torino nel 2013, è stato riproposto anche in occasione di una Boiler Room organizzata insieme ai ragazzi di Gang Of Ducks a Berlino nel 2017.
Oggi il nostro legame con la musica è ancora forte e, anche se il nostro spazio non si presta ad ospitare un vero e proprio club, continuiamo ad avere un dialogo con alcuni attori della scena cittadina – Amphibia, Early Reflex, Gang of Ducks, Paynomindtous, SuperSento – con i quali realizziamo eventi di diversa natura: ascolti, presentazioni, talk, … Inoltre nei nostri programmi di residenza abbiamo ospitato artisti che, per motivi diversi, avevano un legame più o meno stretto con la musica: è il caso di Rubén Patiño e Lee Fraser oppure di Caterina De Nicola e Kelman Duran, attuali fellows di Cripta747 Residency Programme.

11 SETTEMBRE - auto tuning show feat. Club Maestro & Cripta747, Torino, 2015 (photo: Alice Guarini) - courtesy Cripta747
11 SETTEMBRE – auto tuning show feat. Club Maestro & Cripta747, Torino, 2015 (photo: Alice Guarini) – courtesy Cripta747
Club Tucano #8: Aquarius Omega, Ottaven, Piotr, OOBE, TDC (risultato della festa), Cripta747, Torino, 2013 - courtesy Cripta747
Club Tucano #8: Aquarius Omega, Ottaven, Piotr, OOBE, TDC (risultato della festa), Cripta747, Torino, 2013 – courtesy Cripta747

C.F.: Clubbing Takeover: interventi artistici e clubbing, in quale club (non solo Italiano) vi piacerebbe fare un intervento artistico e perchè?


C747: Per i motivi spiegati prima, non parleremmo di interventi artistici in un club, ma di programmazione e costruzione di possibili narrazioni o display dentro i quali pubblico e artisti possano immergersi, partecipare e condividere esperienze.
Su queste basi sarebbe bello immaginare progetti condivisi con club e organizzazioni sia in Italia che in Europa, anche se – e questo sicuramente puoi dirlo meglio tu – non ci sembra che il clubbing stia attraversando il suo miglior periodo. Soprattutto guardando alla nostra città non troviamo una scena vitale e vera ed è quindi complicato pensare a delle collaborazioni o commistioni senza che queste appaiano come forzature.

C.F..: Fluidità e smaterializzazione: se molti aspetti della nostra realtà si digitalizzano sempre di più, quali opportunità nascono per interazione tra arte contemporanea, clubbing e communities?


C747: In questo periodo complicato sono emerse tutte le criticità del nostro lavoro e si è presa coscienza di quali aspetti possono essere considerati necessari e quali superflui.
Per noi è fondamentale l’esperienza reale e lo scambio diretto, l’evento in presenza quindi è difficilmente sostituibile. Nonostante questo ci siamo resi conto che il digitale può fornire numerose possibilità per rendere visibili le ricerche degli artisti e il lavoro teorico e preparatorio che sta dietro
alle produzioni, sia nelle arti visive che nella musica.
Questa nuova finestra di approfondimento digitale, che permette spazi e tempi flessibili, adattabili alle esigenze del singolo, potrebbe portare ad una fruizione dei contenuti più consapevole e cosciente, avvicinando il pubblico e rendendolo partecipe di quegli aspetti e di quelle fasi della produzione che solitamente lo vedono tagliato fuori: le modalità di fruizione si diversificano e l’opera o il processo diventa più comprensibile.

C.F.: Emergenza: artisti emergenti, scene locali, sperimentazione sono alcuni dei concetti che stanno alla base della fertilità creativa in arte e clubbing, cosa si può fare per incoraggiarli?


C747: Bisogna voler bene ai progetti: stimolare il dialogo e il confronto, supportare le proposte più originali e la ricerca degli artisti e delle organizzazioni dando loro spazi per elaborare e presentare eventi con
continuità e cura.

C.F.: Cripta747 e futuro: quali sono le direzioni che vorrebbe prendere Cripta?


C747: Per rispondere al meglio alle necessità degli artisti e del pubblico pensiamo sia necessario strutturare maggiormente il nostro progetto per una progressiva istituzionalizzazione di Cripta747, senza rinunciare alla libertà operativa che da sempre caratterizza le nostre pratiche e i nostri programmi, ma per proporre una visione nuova del concetto stesso di istituzione.
L’idea è quella di continuare a crescere sia in termini di offerta al pubblico e agli artisti e ai curatori a cui si rivolgono le nostre attività, sia come struttura organizzativa, attraverso un percorso coerente, pensato a partire dai programmi. Ci piacerebbe trovare di nuovo lo spazio e il tempo per curare progetti espositivi e, perchè no, anche un calendario di concerti e performance, ma per fare questo avremo bisogno di un una sede più adeguata.

OOBE feat. السوق Live Set, Gang Of Ducks feat. Cripta747, Boiler Room @ Urban Spree, Berlin, 2017.