SOTTILE INSTABILITÀ

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CLARA SCOLA X FRANCESCA VITALE

Cari lettori di Osservatorio Futura, vi presento qui di seguito quello che è emerso dalla mia conversazione con Clara Scola, Lecco 1994) che vive e lavora tra Milano, Bergamo e Varese. Si è recentemente laureata in Visual Cultures e Curatorial Studies presso l’Accademia di Brera a Milano. Il suo primo progetto curatoriale, HOMECOMING, nasce nel 2016 e consiste nella curatela di cinque mostre diverse esposte tra Bergamo e Tirana, in cui hanno esposto artisti come Eva Marisaldi, Andrea Nacciarriti e Fabrizio Bellomo. Nel 2019 cura Fantastico Capriccio, la prima bipersonale di Ariel Heller e Luca Marcelli presso Vaku Project Space (Bergamo). Dal gennaio del  2020 è curatrice esterna di Spazio Giacomo (Bergamo), e direttrice artistica di AnonimaKunsthalle (Varese), dove fino ad oggi ha esposto opere di Matilde Sambo, Federica Col e Gaia De Megni. Inoltre, dal primo maggio 2020 è socia fondatrice di AWI – Art Workers Italia.  

Qui di seguito Clara mi racconta a proposito di Sottile instabilità, l’ultima mostra da lei curata presso AnonimaKunsthalle. Protagonista della mostra è l’installazione di Matilde Sambo (Venezia, 1993), con cui ho avuto il piacere di lavorare in passato, in occasione della conversazione “La materia non è mai al suo posto”.  

Matilde vive e lavora a Milano ed è attualmente seguita dalla galleria aA29 Project Room. Dal 2019 collabora attivamente con la Fonderia Artistica Battaglia di Milano dove avrà una personale dedicata a giugno 2021.  

Nel 2020 espone presso la GAM di Verona la personale Animo Convulso, come risultato della selezione per il Premio Level 0 alla fiera di Art Verona – Back to Italy (2019). Sempre nel 2020 espone in diverse collettive tra cui Libertà al Castello di Lajone ad Alessandria, Ex Machina a Scicli e The Sand Threshold presso MARS, Milano. Falsità in buona coscienza, prima mostra personale dell’artista, è stata presentata presso la sede milanese della galleria aA29 nel maggio 2019, anno in cui partecipa a diverse mostre a Milano tra cui Dark New Age a Spazio Gamma, Estate/Autunno a StateOf e Stato Sottile presso Volvo Studio. Inoltre ha partecipato a residenze artistiche nazionali e internazionali come: BoCs Art, Cosenza (2019), Collective Signatures, Formentera – Spagna  (2018) e VIR, Via Farini – In Residence, Milano (2017-2018). 

Clara mi racconta come lei e Matilde abbiano progettato la mostra, la quale dialoga e si incastra perfettamente con lo spazio. L’ambiente è attraente e tanto aggressivo quanto fragile, Sottile instabilità porta il visitatore in un’atmosfera insidiosa, circondandolo di elementi naturali imponenti e affascinanti. La mostra è visibile fino al 4 luglio 2021.  

R + S / AK Viale San Pedrino 4, Varese ( Riss(e) + Surplace con AnonimaKunsthalle )  è un deposito temporaneo di opere, forme, idee, riflessioni, pensieri, incontri, cose per l’arte contemporanea, luogo collettivo di sensibilità e movimenti. In un linguaggio mainstream si chiamerebbe anche “piattaforma”. Ma non si trova sul mare. Per ora.  


Francesca Vitale: È un piacere conoscerti Clara, raccontami un po’ di AnonimaKunsthalle, di come nasce e della mostra che hai inaugurato il 18 maggio scorso.  

Clara Scola: Ciao Francesca! AnonimaKunsthalle nasce nel 2016 a Varese ed è situata al primo piano di un edificio con altri due spazi espositivi all’interno: Riss(e) e Surplace. I tre spazi convivono nello stesso ambiente ma sono autonomi. La particolarità di AnonimaKunsthalle sta nel suo posizionamento: è uno spazio grande circa due metri quadrati, ricavato dalla sala comune e studio. Il curatore di AnonimaKunsthalle cambia ogni anno, e ha sempre l’obbligo di far esporre artisti under-30, oltre ad essere under-30 lui stesso. Il nome ricorda per definizione un luogo  di metamorfosi, spostamento, mutazione, pronto a trasformarsi e cambiare a seconda delle situazioni. I due fondatori, Ermanno Cristini e Luca Scarabelli, hanno volutamente scelto per AnonimaKunsthalle un luogo insolito e libero da canoni estetici, dove ogni artista potesse essere libero di sperimentare qualsiasi forma d’arte. Allo stesso modo diventa una sfida capire e gestire i tuoi limiti quando ti trovi a lavorare all’interno di uno spazio costretto come questo. In particolare con Sottile instabilità, Matilde Sambo ha occupato lo spazio in maniera totalizzante proponendo una mostra site specific. La prima volta che l’artista ha visitato la Kunsthalle, abbiamo subito iniziato un ragionamento comune legato ad un filone della sua ricerca artistica, in particolare  quello che riguarda la dicotomia tra natura e artificio, tra verità e riproducibilità delle forme che nascono naturalmente nell’ambiente.

F.V.: Questo tema spesso fa da filo conduttore per molti dei lavori di Matilde. Ricordo la serie di opere dei reliquiari, lavori in cui, su un piedistallo di bronzo, aveva posizionato frammenti naturali proprio per sottolineare come la reliquia non fosse solo un possibile resto umano ma anche qualcosa di totalizzante di tutta la natura.  

C.S.: Esatto, le sue opere si focalizzano intorno a questi temi e al pensiero di come la natura venga  immancabilmente imitata dall’uomo in quanto prima forma di artigianato. Nel caso di Sottile instabilità l’artista presenta un’installazione composta da spine d’acacia vere, ricoperte da fogli di soia che restituiscono all’installazione un risultato estetico molto particolare, in quanto matericamente si può associare ad un materiale plastico, pur essendo completamente organico. I fogli di soia sono in origine umidi e malleabili, ed essendo anche molto sottili, ricordano una seconda pelle, da qui il nome coniato dall’artista “pelle di soia”. È un materiale naturale molto complicato da utilizzare dal momento che, una volta aperto impiega circa quindici minuti per seccarsi completamente e di conseguenza diventa molto fragile.  

Matilde Sambo, Sottile insabilità, 2021 AnonimaKunsthalle, installation view foto di Giovanni Sambo – courtesy AnonimaKunsthalle – courtesy of the artist
Matilde Sambo, Sottile insabilità, 2021, AnonimaKunsthalle, installation view foto di Giovanni Sambo – courtesy AnonimaKunsthalle

F.V.: Essendo un elemento naturale, con il tempo si deteriora?  

C.S.: In realtà no, il materiale non si deteriora e non ammuffisce, ma essendo completamente organico emana un forte odore.  

F.V.: Quindi immagino che, per via della rapida solidificazione dei fogli di soia, una volta allestite le spine bisognasse poi muoversi velocemente.  

C.S.: Sì, abbastanza. Ovviamente Matilde ha la padronanza totale rispetto ai materiali, e inoltre aveva già in mente il “disegno” che voleva dall’installazione. Il concetto base si ritrova nella costituzione di un ambiente che risulta attraente ma allo stesso tempo respingente perché pericoloso, dato che le spine diventano delle potenziali armi bianche. L’elemento umano nell’ambiente naturale, tipico delle sue opere, è presente anche qui tramite la riproduzione in bronzo di una delle spine che, nascosta tra le altre, difficilmente si riesce a distinguere. Anche non trovandola e riconoscendola l’importante è sapere per certo che anche qui, in Sottile instabilità, l’uomo sta iniziando ad insidiarsi imitando la natura. Questo è il cortocircuito a cui abbiamo pensato. A livello tecnico le spine sono semplicemente appoggiate a piccoli chiodi, tutto il resto è  allestito dall’artista attraverso un gioco di equilibri, reso possibile anche grazie ai punti di appoggio del muro dove le spine fanno leva; solo dopo averle posizionate tutte abbiamo installato i fogli di soia. Durante questo passaggio è stato facile pungersi perché spesso qualche spina si muoveva mentre Matilde cercava di dare la forma che aveva in mente per la “pelle di soia”. Quando i fogli sono freschi è facile modificarne la forma, ma hai solo pochi minuti di tempo per questa operazione, come ti dicevo prima. È dalla colonna all’interno di AnonimaKunsthalle che nasce il fulcro dell’opera; in maniera rizomatica si espande verso le pareti, occupando lo spazio attorno, la materia si espande ovunque e sembra in continua mutazione. I fogli di soia costituiscono la pelle di Anonima e concettualmente si può immaginare che solo in un secondo momento essa sia stata trafitta dalle spine. L’opera si impossessa delle pareti attraverso l’odore e l’immagine aggressiva delle spine, esiste infatti all’interno di questo progetto espositivo una dicotomia fondamentale: quella che ha voluto creare Matilde conferendo pericolosità ad un ambiente di base accogliente e sicuro, e la leggerezza e  fragilità dei fogli. Le ferite e le lacerazioni che impartiscono le spine creano nello spettatore che  entra nel luogo un gioco ottico; gli elementi si trovano talmente vicino alla persona che, chi è immerso nell’opera, non riesce a percepire la lunghezza, la profondità e quindi la pericolosità della spina. Il gioco di armonie e disarmonie sfocia nell’immagine periferica che si attiva automaticamente per metterci in salvo dal pericolo che ci circonda. Sottile instabilità si adatta ad hoc agli ambienti ridotti di AnonimaKunsthalle, grazie al fatto che, sia concettualmente che fisicamente, la mostra si lega in modo particolarmente unico allo spazio, come un piccolo scrigno di meraviglie che può esistere solo grazie alla costrizione della fruizione interna; siamo in presenza di un gioco di forze che non potrà mai essere concluso senza che uno o l’altro rimanga ferito.


AnonimaKunsthalle  

Sottile instabilità,  

Matilde Sambo.  

A cura di Clara Scola  

18.05 al 04.07.2021