VITA COME SALIENTE AVIDITÀ – CURA, MATILDE SAMBO

In occasione dello screening video della selezione di Osservatorio Futura e Anna Casertelli per Maratona di Visione, presentiamo le cinque opere video con contenuti collaterali.

La selezione è visibile fino a fine luglio al sito del festival

BIO: Matilde Sambo nasce a Venezia nel 1993. È laureata in Arti Visive presso IUAV (Venezia). Oggi vive e lavora a Milano.  

Ha partecipato a residenze artistiche nazionali e internazionali come VIR, Via Farini – In  Residence, Milano (2017-2018), Collective Signatures, Formentera –  Spagna (2018) e BoCs Art, Cosenza (2019).  In ambito musicale e performativo è stata invece ospite, tra gli altri, al Festival Angelica,  Teatro San Leonardo, Bologna; Pasinger Fabrik, Monaco; Argo 16, Venezia e Radio  Raheem, Milano;  

SINOSSI DEL LAVORO:Vita come saliente avidità – cura” , Durata: 10’28”, 1920×1080, H264, sonoro stereo  

Portare a sé il corpo dell’altro, vestirsi e prendersi carico delle tracce del tempo, del  movimento, degli incontri e degli scontri che inesorabili modificano la materia. Armature in  cera che, con semplici gesti, vengono rigenerate, curate e reindossate durante la  performance “Vita come saliente avidità – cura”.  Il video è una documentazione ibrida, in slow motion, della performance presentata in  occasione del Festival Ex Machina, a Scicli, all’interno dell’Ex Convento del Carmine,  evento organizzato dalla realtà indipendente Site Specific e dalla galleria aA29 Project  Room, a settembre 2020.


cortesia dell’artista e di aA29 Project Room
cortesia dell’artista e di aA29 Project Room
cortesia dell’artista e di aA29 Project Room

TESTO DI MATILDE SAMBO, INTRODUZIONE DI LARA GAETA:

Lara Gaeta: “Vita come saliente avidità” è un progetto di ampio respiro, iniziato nel 2020 e ancora in corso, che abbraccia scultura, performance e video. È un corpo di lavori che parla di ritualità e che si concentra, in particolare, sui rituali di amore e di lotta nel mondo animale e umano e sulle ambivalenze e sfumature che queste azioni portano in sé, come l’atto di corteggiamento che può trasformarsi in violenza. “tracce.”

Matilde Sambo:

“Da bambino hai mai schiacciato il corpo su angoli e rilievi per vederne la forma stamparsi sulla  superficie della pelle? Ricordi di piccole catene, sedie di paglia e sassi che se ben premuti, senza  dolore, potevano poi disegnare contorni fibrosi e leggermente rosati. La materia che diventa corpo,  nel corpo.  

Madre pelle, contenitrice e sostenitrice, organo mastro che tutto registra percepisce e rimanda in  circolo.  

Il colpo può ferire, soprattutto se nello stesso punto persistente e costante. 

Ferita non é sgorgare di sangue continuo, rimarginarla è compito più grande, tenerla e saldarla,  avvicinare i lembi separati e farli combaciare ancora aspettando che le piastrine operino  lentamente alla ricostruzione che diventerà quasi lignea, in rilievo e salda.”


cortesia dell’artista e di aA29 Project Room
cortesia dell’artista e di aA29 Project Room