FIGURE. COME FUNZIONANO LE IMMAGINI DAL RINASCIMENTO A INSTAGRAM

MARTA M.ACCIARO

Autore: Riccardo Falcinelli

Titolo: Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram

Casa editrice: Einaudi

Pagine: 521

Prezzo: 23 euro



Finendo il libro ne guardo la copertina. Essa riporta un taglio particolare, un’inquadratura specifica della Madonna Cowper di Raffaello. Comprendo che il mio modo di guardare è differente rispetto alla prima volta che ho avuto il volume in mano proprio grazie alle spiegazioni che Falcinelli dà all’interno del testo. Mi rapporto allora all’oggetto libro, a questa prima pagina di cartoncino, a come sono studiati gli elementi che compaiono, le scritte, le immagini che riproducono la parte superiore dello schermo di uno smartphone.

“Figure” è un libro puntuale e attento di e sul linguaggio visuale.

È di lettura scorrevole, non solo per addett* ai lavori, ma per un pubblico più ampio. Lo capiamo dal modo che Falcinelli ha di introdurci in ogni sezione, partendo quasi sempre da un suo dato autobiografico. È un modo, questo, di creare un legame con chi legge, prendendolo per mano, accompagnando la visita tra le immagini e le parole del libro e guidando nei movimenti: dove soffermarsi, cosa guardare e come, le distanze da tenere e gli avvicinamenti. Questo è possibile anche grazie al modo in cui le immagini sono usate: un modo inusuale, con ingrandimenti e rimpicciolimenti fatti appositamente per la comprensione delle immagini stesse.

Vi è una cura che raramente si trova in un libro. Nulla è lasciato al caso e tutto è posizionato in un certo modo per una maggiore fruibilità della lettura e della comprensione.

I capitoli che compongono il volume sono Spazio – Forme – Percezione – Meccanismi – Topologia – Composizione – Medium: i classici per una materia complessa come il linguaggio visuale.

Interessanti sono le modulazioni e gli intrecci che Falcinelli combina tra “cose” diversissime tra loro, cioè immagini: “non abbiamo a disposizione un altro termine per tenere insieme cose tanto diverse” (p.458), avvicinando opere d’arte, pubblicità, foto, radiografie.

Le immagini sono le vere protagoniste del libro grazie a cui la tesi dell’autore si costruisce, cioè che “noi viviamo un’esperienza estetica anche di fronte a un poster della Coca-Cola, non solo di fronte a Chardin. Ovvero la predisposizione umana a godere dell’atto stesso di guardare spinge a emozionarci, magari in maniera minima, anche per la composizione di una pubblicità”. E questo perché “bisogna riconoscere che c’è un briciolo di contemplazione in tutte le immagini, artistiche o commerciali, ed è questo piacere astratto, ritmico, formale che le rende eloquenti e memorabili” (p.475).

Falcinelli non parte dalla filosofia dell’arte, ma dalla prassi del posizionamento e dal significato della riproducibilità delle immagini, citando chiaramente autori quali Benjamin, Malraux e Valéry. E proprio per “fare” la prassi e non una teoria, l’autore per tutto il libro accompagna chi legge tra le immagini e solo alla fine cita i pensatori che come lui si sono interrogati, fornendoci i perché di queste interrogazioni, le ragioni intrinseche e come si sono pronunciate nella quotidianità e nella Storia. Solo con questa premessa ci propone il suo sguardo sulla propria teoria.

“Figure” ci forma come persone che vivono in uno spazio e in un tempo ben precisi.

Ci interroga sulle possibilità delle immagini, sulle potenzialità, sulle problematicità, sui significati. Ci chiede i modus delle relazioni che si creano tra noi e loro, del tempo che impieghiamo attivamente con loro e passivamente.

La costituzione di una coscienza critica rispetto alle immagini è operazione prima.

Ne consiglio vivamente la lettura. È un volume prezioso da avere, sfogliare, leggere, indagare, guardare.