A CURA DI FEDERICO PALUMBO X ROBERTO CASTI
A te, artista. ovvero colui che sa fare, e fa. Mi rivolgo, io. curatore. Che sa e/ma non sa fare, però vorrebbe. Quindi guarda e ascolta. Poi riporta, interagisce: “devo parlarti di un progetto a cui sto lavorando… ci tengo molto. sentiamoci. Presto”. Te ne sarei
– eternamente —
GRATO .
La cura appartiene all’uomo, così come la malattia mortale che l’artista sconfigge, e il curatore, balordo, aiZZa.
Nell’arena dove l’incontro – strategico! – combina matrimoni, io… curatore balordo -scelgo il mio alleato. L’artista è il mio migliore amico, -penso.
Sì, con lui. insieme., penso che dovremmo unire le nostre menti, e realmente — FINAALMENTE- lo facciamo. :Non diamo forma al mondo, perché non ci interessa farlo!
Noi siamo il MONDO
E qui, ora, e adesso, e sempre: ci incontriamo
Ma, ora, e adesso, e mai: non ci vediamo
sta vincendo la malattia mortale nemica dell’uomo, che evidentemente attacca anche l’artista e il curatore, quando questi non sono insieme
e quando questi non uniscono le loro menti per essere
MONDO;
odio il mondo
AMO L’ARTE
finissage